Metamorfosi del Mito

Come si diventa ciò che si è

La consapevolezza di essere me stessa in modo costante e il riconoscimento, da parte degli altri, delle qualità che mi distinguono, costiuiscono la mia identità. Essa non è in condizione statica, ma è soggetta ad una continua trasformazione. Infatti tutto cambia, il mio corpo si trasforma, invecchia e anche la mia identità è in metamorfosi. Si diventa ciò che si è con un incessante processo evolutivo, attraverso il quale si va solo verso se stessi. Non c’è identità senza cambiamento fisico e sostanziale, senza metamorfosi.
Ho scelto di analizzare i temi dell’identità e della metamorfosi nella narrazione, perchè il racconto è un mezzo col quale diamo alla vita una forma e una sostanza. Con esso tessiamo di continuo le trame dell’esistenza, manipolando la materia grezza dei fenomeni, creando storie che trasmettono agli altri la nostra esperienza. In particolare il racconto mitologico e quello fantascientifico hanno catturato il mio interesse, soprattutto per le caratteristiche antitetiche ma connesse, entrambi espressione dell’identità umana.
Il mito è un racconto investito di sacralità, è il primo tentativo razionale e irrazionale di narrare le origini del mondo e dell’uomo. I protagonisti sono dèi, creature divine, eroi e uomini immersi in un epoca che precede la storia scritta, in un racconto che cambia nel tempo e si arricchisce dell’immaginazione di chi lo narra. Il mito si nutre della credulità popolare, appartiene a un tempo ancora orfano del pensiero scientifico e rappresenta forse la più antica forma di trasmissione del pensiero e dell’identità umana. Il concetto di metamorfosi nella mitologia classica riguarda la trasformazione soprannaturale di un essere vivente o di un oggetto in un altro di diversa forma. Morphè è la forma di ciò che appare e il modo in cui la sostanza può rendersi visibile. Così ciò che si diventa attraverso la metamorfosi non è in contraddizione, ma in continuità con il proprio essere.

Diametralmente opposta al mito è la fantascienza. Ombre, proiezioni, speranze e fantasie trovano rappresentazione negli alieni, nei robot, nelle saghe spaziali, nei viaggi nel tempo o in mondi parallelei. La sacralità del mito lascia il posto ai sogni e agli incubi generati dallo sviluppo tecnologico, scientifico e sociale. La fantascienza concilia razionale e irrazionale attingendo al meglio della narrazione mitologica, creando nuove collocazioni spazio-tempo degli eventi e delle relazioni umane. Se il mito coglie l’essenza dei fenomeni e la mantiene celata in una dimensione senza

 

tempo, la fantascienza tratta tali fenomeni come oggetti di osservazione, cercando di coglierne al microscopio le cause, di prevederne le conseguenze, di immaginare le più sconcertanti implicazioni e contraddizioni. La fantascienza guarda soprattutto al futuro, è supportata dalla conoscenza scientifica, narra fatti in un contesto spazio-temporale sostituendo il tempo lineare al tempo circolare mitico. La narrazione fantascientifica è una evoluzione del racconto mitologico, una metamorfosi.

Tra mito e fantascienza, alla metà del percorso, c’è il presente la cui collocazione muta attimo dopo attimo. Il presente è la realtà, il passato-mito e il futuro-fantascienza sono espressioni del potere dell’immaginazione umana. L’uomo è il protagonista e infonde umanità sia ai mostri e agli dèi mitologici, sia ai robot e alieni della fantascienza. La funzione che il mito svolgeva agli albori del mondo viene assolta oggi dalla fantascienza, una sorta di mito contemporaneo.

Da queste premesse ho realizzato un mio personale racconto visivo dal titolo “Metamorfosi del mito”, una raccolta di opere pittoriche che ha per soggetto la donna. Uno studio sul femminile, sull’animo e il corpo delle donne, lontane o vicine nel tempo e nello spazio, immaginarie o reali. Creature forti, inquiete, pazienti, perplesse, vendicatrici, consapevoli, fragili, indomite. Donne d’amore e di odio, costrette in destini di sofferenza o chiuse in cerchi di follia, spesso predestinate, artefici e vittime del loro tempo. Donne fiere che si ritagliano spazi da protagoniste, intente a realizzare se stesse. Un percorso ideale attraverso undici personaggi femminili non divini della mitologia greca: la ribelle Antigone, la rivelatrice Arianna, l’inascoltata Cassandra, l’inaccessibile Dafne, l’altera Eco, la seducente Elena, la vendicatrice Elettra, la diversa Medea, l’ambigua Pandora, la sospesa Penelope, la cosciente Psiche.
Metamorfosi del mito è la sintesi di un viaggio nella mia interiorità, che si concretizza in una mostra che racconta la mia metamorfosi. Una raffigurazione pittorica e simbolica di tratti personali che ho riconosciuto in ognuno dei soggetti, stati d’animo e condizioni che ho vissuto e che, come esperienza, mi hanno trasformata nella donna che sono oggi.
Un’occasione per realizzare il mio primo autoritratto, il mio qui e ora che cambia momento per momento.
Una ricerca volta a scoprire una identità femminile universale che appartiene al presente, che guarda al futuro, che ha un cuore antico… tra identità e metamorfosi.

Alexa Cesaroni